Durante la visita guidata di Cracovia immancabile l’ingresso al Castello reale della città. Un complesso architettonico che ha attraversato 10 secoli di storia. Riassumiamoli brevemente in questa breve guida storica del Castello del Wawel.
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La Collina di Wawel si innalza sulla riva sinistra del fiume Vistola, il fiume più lungo della Polonia, al centro di Cracovia. Nell’antico polacco “Wawel”, nome dato alla collina e al castello, voleva dire “luogo asciutto sopra le paludi”; fino ad oggi questa breve definizione non perse nulla della sua attualità perché anche adesso la Collina di Wawel è uno dei luoghi meglio visibili nel panorama della città.
I primi insediamenti umani sulla Collina risalgono già all’epoca neolitica, ma la storia grandiosa della città inizia dopo l’anno 1038, segnato dalla grande invasione dell’esercito della Grande Moravia che penetrando fino al nord della odierna Polonia rade al suolo l’illustre centro del potere polacco, Gniezno. A quel tempo Cracovia assume la sua funzione, ed è il primo passo che la conduce verso la storia magnifica e spesso triste nella quale si imprime come una città dallo spirito invincibile, capitale dei re polacchi.
Il Castello, o meglio una serie di strutture laiche ed ecclesiastiche preromaniche, sorgono sulla collina ormai a cavallo del X e XI secolo; nell’anno 1000 viene fondata invece la prima Cattedrale. Col passar dei secoli, sopra le costruzioni delle epoche precedenti si erge una residenza gotica maestosa, voluta ai primi anni del ‘300 dal grande re coronato poi presso la Cattedrale di Wawel – Ladislao detto “il Gomito” a causa della sua bassa statura. Suo figlio, Casimiro III il Grande, fondatore dell’Università di Cracovia fa ampliare la costruzione, portata poi alla perfezione dai re della dinastia dei Jagelloni, Sigismondo I il Vecchio e ultimo della casa Jagellone, Sigismondo II Augusto. Alla loro epoca, il castello gotico distrutto da incendi viene ricostruito, ma oramai in stile rinascimentale portato in Polonia dagli stessi Jagelloni, dalla moglie italiana di Sigismondo I, principessa Bona Sforza D’Aragona e soprattutto dalla squadra di architetti italiani diretta da Bartolomeo Berrecci.
Spentosi nel 1572 l’ultimo dei Jagelloni, per il castello finisce il periodo di prosperità. Sigismondo III Vasa, re dalle origini polacco-svedesi trasferisce la capitale della Polonia da Cracovia a Varsavia e da quel momento il Castello perde d’importanza, degradato a una residenza temporanea e secondaria pur rimanendo sempre la capitale spirituale del Paese.
Dopo le invasioni svedesi della metà del ‘600 e le distruzioni della Guerra del Nord dell’inizio del ‘700 Wawel decade, abbandonato dai re e distrutto da innumerevoli truppe nemiche – non ha più l’aspetto della maestosa residenza rinascimentale, una delle più ricche dell’Europa di allora.
Nella seconda metà del ‘700, le spartizioni della Polonia fra l’Impero Austro-Ungarico, Impero Russo e il Regno di Prussia tolgono alla città e al Castello il resto del loro splendore. Cracovia cade nelle mani degli Austriaci che trasformano la città in fortezza militare e il Castello in una caserma dove nelle stanze reali alloggiano soldati semplici, distruggendo e bruciandole senza pietà. Nel 1795, la Polonia debole e oppressa dai tre nemici potenti perde definitivamente l’indipendenza, e fino al 1918 sparisce dalle mappe europee.
Tuttavia, nonostante i tempi bui si pensa continuamente a cacciare via l’ esercito che vi alloggia e a ripristinare alle stanze storiche la bellezza passata. Il Comune di Cracovia, grazie al presidente della città Nicola Zyblikiewicz riacquista così il Castello dalle mani austriache iniziandone negli anni successivi la totale ristrutturazione con utilizzo degli elementi originali recuperati. Ma le sfortune non finiscono lì. Dopo circa vent’anni di pace, sulle collezioni e gli interni di Wawel ancora freschi di ristrutturazione finanziata da vari gruppi sociali cade l’ombra dell’invasione della Germania nazista.
Wawel, cuore della cultura polacca diventa così residenza di Hans Frank, capo del Governatorato Generale che lo modifica secondo i suoi gusti allestendo persino un cinema privato in una delle sale più preziose e facendo costruire la piscina nella parte est della collina, dove prima si trovavano dei giardini rinascimentali. Frank e la sua amministrazione soggiornano a Wawel in pratica fino alla fine della II Guerra Mondiale, finita la quale la residenza dei re, segnata dai giorni drammatici dell’occupazione può finalmente tornare alla nazione polacca. Si riprendono vivamente le ristrutturazioni, professori universitari e amici del Castello fanno il possibile per ritrovare le collezioni sparse o rubate, girano il mondo per far tornare in Polonia gli arazzi di Sigismondo Augusto e molti altri tesori, nascosti accuratamente in Canada.
Negli anni ’60 si organizzano le prime esposizioni che vengono ampliate ed arricchite nei decenni successivi. Il Castello, con la sua storia millenaria è di nuovo pieno di vita anche se le sue stanze sono solo stanze museali e chi ne attraversa i corridoi non sono re o regine ma scolaresche o gruppi turistici di tutto il mondo. Segnaliamo il sito ufficiale del castello http://www.wawel.krakow.pl/pl/ e, tra le esposizioni, il dipinto del Leonardo “La dama con l’ermellino“.
Karolina, guida ufficiale di Cracovia